Ha un risvolto inatteso la vicenda di una donna di 87 anni che un mese e mezzo fa, a Chiari, nel bresciano, aveva denunciato lo stupro da parte di un romeno. L’anziana aveva spiegato che il 32enne romeno, finito in manette, si era introdotto nella sua abitazione: qui, dopo aver prelevato dalla cucina un coltello, si sarebbe diretto verso la camera da letto, dove la donna in quel momento stava dormendo. Il romeno avrebbe tappato la bocca dell’87enne con la mano, quindi sotto minaccia dell’arma l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale. In seguito l’avrebbe minacciata di morte se avesse raccontato a chiunque quanto accaduto.
Emerge ora la verità rispetto a quell’episodio, grazie alle analisi condotte dal Ris di Parma: Saint Petrisor, questo il nome del romeno, è stato scarcerato dopo 39 giorni di carcere, perché il Dna ritrovato in casa dell’anziana è quello di un suo vicino di casa, che con lei avrebbe architettato il finto stupro per punire l’immigrato. La scarcerazione risale a una settimana fa, quando erano emersi i risultati delle analisi dei Ris. Da quel momento in poi, le indagini avevano preso una piega diversa: dopo il prelievo di saliva e l’interrogatorio ad alcuni vicini dell’anziana, è emerso il rapporto molto intimo tra questa e un 68enne sposato.
Era stato proprio l’uomo ad accompagnare l’87enne dai carabinieri a sporgere denuncia, ma in realtà quanto avvenuto era legato a pessimi rapporti tra vicini di casa ed era un tentativo dei due anziani di punire il romeno, che di professione fa il muratore. Il suo legale, Cristian Mongodi, ha già annunciato che procederà con una denuncia per simulazione di reato e calunnia; peraltro, dopo quanto accaduto, il romeno finì ingiustamente alla gogna mediatica. “Non so perché s’è inventata che l’ho violentata. Ma non sono arrabbiato, la perdono e la rispetto vista l’età”, il commento del romeno dopo la scarcerazione.

fonte: .direttanews.it