Pedofilo ucciso e accoltellato ai genitali
Nonostante siano passati quasi 4 anni, sono ancora aperte le indagini per l’uccisione di Andrew Cunningham il 52enne massacrato con decine di coltellate, molte delle quali nei genitali, la notte dei 10 dicembre del 2008.
Il DailyMail, nell’edizione di ieri, ha difatti scritto che gli inquirenti continueranno le indagini per questo omicidio malgrado a commettere il fatto potrebbero essere state decine di persone. Dopo quattro anni di indagini non sono ancora riusciti a risalire all’autore o agli autori di questo efferato delitto.
Cunningham era stato arrestato nel 2001 dopo aver violentato una studentessa di 13 anni ed aveva scontato quattro mesi in prigione. Nuovamente in manette nel 2003 ma rimesso in libertà perché l’accusa non fu mai formalizzata. Dopo il secondo rilascio un gruppo di vigilanti del quartiere londinese di Wandsworth in cui viveva, diede fuoco al suo appartamento e l’uomo si trasferì in una roulotte nella rimessa dell’azienda presso cui lavorava. La mattina del ritrovamento del cadavere, il titolare della ditta di trasporti di cui era dipendente, non vedendolo arrivare, si era recato alla sua ruolotte. La porta era aperta e questo lo insospettì. Cunningham era stato minacciato al grido di “feccia”, “pedofilo” e gli era stato detto chiaramente che sarebbe dovuto morire, dopo che fu trovato a palpeggiare una bimba di due anni, figlia del proprietario del pub che era solito frequentare.
Il giorno prima della sua morte era stato visto far entrare nella sua roulotte due 13enni, il titolare della ditta di trasporti lo trovò riverso nel letto in un lago di sangue: aveva ferite multiple da arma da taglio al collo, alla testa e al petto con un particolare accanimento ai genitali. Ieri il dottor Radcliffe ha dichiarato: «Il file rimarrà aperto con la polizia e si esaminano le prove forensi su base regolare. Siamo tutti consapevoli dei progressi della tecnologia forense che consentono di risolvere casi di morte anche alcuni anni dopo che si sono verificati e possiamo solo sperare per il bene della famiglia che qualcosa verrà fuori in futuro».
All’uscita del tribunale i parenti dell’uomo non hanno voluto commentare.
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