In un momento particolarmente delicato per la politica nazionale e regionale, con scandali vecchi e nuovi, inchieste che si preannunciano estremamente “consistenti” e la sensazione di un sempre maggiore scollamento fra cittadini ed istituzioni, acquista particolare importanza l'opera di “risanamento” interno delle stesse istituzioni. In tal senso, un'importanza centrale continuano ad averla le spese complessive della politica, in particolare quelle relative al funzionamento della macchina amministrativa. E con l'attenzione sempre puntata sul Parlamento (sugli “sprechi della Casta”, locuzione ormai divenuta di uso comune), abbiamo pensato di andare a guardare nel dettaglio il “Progetto di Bilancio della Camera dei Deputati per l'anno finanziario 2012″, così come deliberato dall'ufficio di Presidenza nelle riunioni del 22 dicembre 2011, del 29 marzo e del 20 settembre 2012. Un documento, che vi invitiamo a consultare nello specifico ed a scaricare tramite il box alla fine del post, predisposto “applicando per la prima volta la disciplina sulla programmazione finanziaria ed amministrativa dettata dal nuovo regolamento di amministrazione e contabilità”, con la riduzione del 5 percento per gli anni 2013, 2014 e 2015. Una riduzione della dotazione complessiva (circa 992 milioni di euro), che porterà un cospicuo risparmio nelle casse statali, ma che comunque non ha impedito il persistere a bilancio di alcune voci almeno “particolari”, per usare un eufemismo.
Analizzando infatti il bilancio, vi proponiamo infatti le 10 voci più imbarazzanti, capitoli sui quali sembra doveroso intervenire con ancora maggiore decisione. A cominciare dal capolavoro assoluto, quei 400mila euro per corsi di informatica e lingua straniera riservati ai deputati: ma davvero i nostri rappresentanti hanno bisogno di un “modello Cepu?”. E soprattutto, è troppo sperare di eleggere rappresentanti che sappiano la differenza fra un hard disk ed un compact disc e che non necessitino di sapere che “the cat” è sempre on the table?
Ma l'elenco prosegue, dai 12 milioni per “spese impreviste” agli 8 milioni per “software applicativo” (basterebbe fare qualche piccolo calcolo…), fino ad arrivare ai 710mila euro di spese per il cerimoniale. Ecco, come dire…