I risultati? Il computer è riuscito a identificare i bugiardi nel 67% dei casi quando le storie analizzate erano sullo stesso argomento, e nel 61% quando invece l’argomento cambiava . Rispetto alla verità, la bugia risulta avere infatti una complessità cognitiva più ridotta, meno riferimenti e più parole negative.
Nella maggior parte dei casi, mentire implica la creazione di una storia o un’esperienza che in realtà non esiste. La conseguenza, secondo i ricercatori, era che le storie false avevano avuto delle differenze qualitative da quelle vere.