Secondo quanto scoperto dall'Università dell'Aquila, da quella di Teramo e dal Campus Biomedico di Roma, il tartufo contiene la “molecola del piacere”, ovvero un cannabinoide simile a quello della cannabis.
Lo studio effettuato sul tartufo nero, cui vero nome è Tuber melanosporum, dimostra la presenza, all'interno del fungo, di un mediatore lipidico cui effetti sono simili a quelli dei cannabinoidi e per questo è stata definita “molecola del piacere”. “L'anandamide è un composto simile al Thc” che, spiega il ricercatore Mauro Maccarrone, biologo e chimico del Campus Biomedico di Roma, autore della ricerca, “scatena il rilascio di sostanze chimiche che regalano benessere e modulano l'umore”.
L'interessante ricerca, intitolata “Phytochemistry – Truffles contain endocannabinoid metabolic enzymes and anandamide” e pubblicata sulla National Center for Biotechnology Information, non si è unicamente limitata a scoprire la presenza dell'anandamide, ma spiegherebbe perché alcuni animali siano tanto appassionati dall'odore del tartufo. “La nostra idea – spiega Maccarrone – è che i tartufi la usino (la sostanza) per attrarre gli animali e spingerli a nutrirsene, in modo che le spore possano essere disseminate nell'ambiente e questo favorisca la diffusione dei tartufi stessi”.
Oltre alla scoperta, è interessante anche il punto di partenza da cui tutto ha avuto inizio. “Anni fa avevamo dimostrato che la formazione della melanina nella nostra pelle era regolata proprio dagli endocannabinoidi – spiega Maccarrone – Siccome il tartufo nero contiene melanina, ci siamo chiesti se l'anandamide, il lipide che stimola la produzione di questo pigmento per proteggere la pelle dai raggi, fosse anche nel tubero". Insomma, le proprietà del tartufo come alimento pregiato che appassiona i palati, umani e non, sono finalmente state svelate. Viene da chiedersi una scoperta simile, quali implicazioni future potrà, se potrà, avere sul mondo delle droghe leggere.
fonte: scienze.fanpage.it