Dimagrire non è un’impresa semplice, e molti esperti – o sedicenti tali – ce la mettono davvero tutta per renderlo ancora più complicato. Partiamo da questo presupposto per introdurre la (tristemente) celebre Dieta Lemme, la dieta inventata dal farmacista di Desio (Monza) Alberico Lemme, diventato negli ultimi anni un vero e proprio guru del dimagrimento non tradizionale. Normalmente sappiamo che il nostro corpo ha bisogno di un determinato quantitativo calorico per poter funzionare correttamente (vogliamo scusarmi i tecnici per una terminologia tanto profana), e che la qualità dei nutrienti sia essenziale al fine di garantire il benessere dell’organismo.
Ebbene il dottor Lemme ha deciso di rivoluzionare completamente questi concetti proponendo un modello alimentare del tutto nuovo, basato su teorie a dir poco rivoluzionarie. Il problema? Non funzionano, anzi. Ma partiamo dall’inizio. Uno dei capisaldi della Dieta Lemme è il seguente: le calorie sono una bufala. Già da questo un qualsiasi nutrizionista sarebbe probabilmente portato a chiudere questa pagina ed inserire il signor Lemme nella propria lista nera dei ciarlatani: non gli daremmo torto. Ma se avete un minimo di curiosità, proseguite per capire fino a che punto il buon Alberico si sia spinto.
Stando al celebre guru inventore dell’omonima dieta, è possibile pertanto mangiare grandi quantità di cibo senza ingrassare, anzi dimagrendo, semplicemente evitando sale e zuccheri (l’insulina sarebbe, secondo il dottor Lemme, l’unico ormone dell’organismo umano capace di promuovere il dimagrimento; e allora beati i diabetici verrebbe da dire, concedendoci un’oncia di trash humor), nonché eliminando alcune associazioni di nutrienti che – sempre a suo dire – farebbero ingrassare. Quali di preciso? Niente associazioni tra proteine e carboidrati: o l’una, o l’altra. Inoltre sarebbe necessario mangiare ad orari ben definiti, né prima né dopo.
Insomma la dieta ideata da Alberico Lemmeconsiste in robuste assunzioni quotidiane di carboidrati da una parte, proteine e grassi dall’altra. Sì va bene, ma frutta e verdura? Altolà, quelle fanno ingrassare(e qui probabilmente ci saremo giocati anche l’ultimo nugolo di lettori nutrizionisti che aveva finora ingoiato i conati a forza per amor di curiosità). Avete capito bene: secondo i principi della Dieta Lemme potete mangiare grassi e proteine a volontà (i danni a fegato ed arterie a quanto pare non sono ritenuti affatto un problema), ma frutta e verdura vanno mantenute al minimo.
Non serve dunque avere conseguito specializzazioni particolari in scienze della nutrizione per capire che, nelle affermazioni di Alberico Lemme, c’è sicuramente qualcosa che stride. A partire proprio dal suo modo di rapportarsi ai propri clienti, da lui stesso apostrofati con totale nonchalanche con l’appellativo di “ciccioni”. Tuttavia c’è più qualche esperto in materia che ha voluto dire la propria riguardo a questa dieta, come ad esempio il professor Luca Piretta, gastroenterologo nonché docente di nutrizionismo e patologie digestive presso l’Università Campus Biomedico di Roma.
Piretta ha spiegato che: “Questa estremizzazione e radicalizzazione dell’alimentazione che propone Lemme ha un effetto molto mediatico, ma poco scientifico. Allora, andare a cercare con più precisione un proprio orario dei pasti è un’idea intelligente che nasce da studi recenti sul nostro ciclo circadiano. E’ vero che il nostro organismo assorbe in modo differente i nutrienti nei diversi momenti della giornata […] Lemme però estrapola questo concetto in modo patologico e dice: potete mangiare quello che vi pare nella prima parte del giorno, magari un chilo di pasta la mattina, ecco questo suggerimento lo ritengo una fesseria. In questa ricetta non c’è nessun fondamento scientifico“. Per quel che riguarda invece le affermazioni concernenti “l’inesistenza delle calorie” ed il fatto che frutta e verdura siano dannose per l’organimo umano, scomodare ancora l’opinione di un professionista del settore come Piretta ci sembra insultante nei suoi confronti. Sarebbe come chiedere ad un ingegnere aeronautico un opinione su eventuali asini capaci di volare.