Si chiama “auto-brewery syndrome” ed è stata per la prima volta diagnosticata in Giappone negli anni settanta: si tratta di una condizione medica molto rara e talvolta preoccupante nella quale l’organismo “converte” i carboidrati in eccesso (ma anche gli zuccheri) in alcool. L’ultimo caso, raccontato da un reportage della Bbc, è quello di Nick Hess, un ragazzo inglese che per anni, ogni qual volta mangiava patatine fritte (ad esempio), manifestava tutti i sintomi tipici di una intossicazione da alcool. Malgrado non avesse ingerito alcuna quantità di alcool, infatti, Nick lamentava fortissimi mal di testa e disordini della digestione, che potevano persistere anche per alcuni giorni di seguito. Ovviamente tale condizioni lasciava presupporre che l'uomo abusasse di bevande alcoliche: malgrado i suoi dinieghi, infatti, la sua stessa compagna lo accusava di essere un alcolista.
Solo dopo qualche anno e grazie ad un consulto medico, il ragazzo ha capito che la sua situazione potesse essere collegata all’eccessivo abuso di carboidrati e si è sottoposto a controlli approfonditi che hanno evidenziato con chiarezza il problema. Si tratta di una condizione molto rara, spiega la giornalista della Bbc, anche se non è da escludersi completamente che piccole alterazioni del livello di alcool nel sangue possano verificarsi anche in un numero più ampio di soggetti
La spiegazione scientifica è fornita a partire dal caso di Joe, un uomo che per lungo tempo era stato considerato un alcolista. Durante un protocollo medico, Joe era stato monitorato per 24 ore di fila e sottoposto ad una dieta basata unicamente su carboidrati e derivati: già nel pomeriggio l’uomo presentava livelli elevatissimi di alcool nel sangue, equivalenti a “7 shottini di whisky”. A quanto pare in soggetti di questo tipo, sarebbe rintracciabile una quantità molto maggiore alla norma di Saccharomyces cerevisiae, una specie di “lievito” che trasformerebbe i carboidrati in alcool, “alterandone la concentrazione nel flusso sanguigno”.