Dogvan, il giorno che aveva sparato non era in servizio, era in banca per un prelievo di denaro. Aveva sparato, con la sua calibro 9, quattro colpi uno dei quali colpì in faccia uno dei rapinatori mentre erano già in fuga. La perizia balistica eseguita dai carabinieri del Ris di Parma e chiesta dall’avvocato Maria Giulia Turchetto aveva stabilito che tre dei colpi avevano centrato il motore dell’automobile con la quale i rapinatori stavano fuggendo, mentre il quarto aveva colpito un finestrino, finendo poi sul viso del ladro. Secondo le ricostruzioni dell’accusa invece la guardia avrebbe sparato mirando al volto del rapinatore da una distanza di una decina di metri.
Il giudice Liguori ha condannato Dogvan non per tentato omicidio come richiesto dal pubblico ministero che aveva sollecitato una condanna a 4 anni, ma per il reato di lesioni colpose. La guardia giurata dovrà quindi versare al rapinatore diecimila euro per i danni subiti.
L’avvocato della difesa, Maria Giulia Turchetto, si era battuta per l’assoluzione e in via secondaria per la derubricazione del reato in lesioni. Accolta la seconda opzione.