“Al buon romano piace anche d’inverno schiacciare il suo sonnellino post-prandiale, o, come si diceva e dice ancora, fare una pennichella” scriveva nell’Ottocento il filologo napoletano Manfredi Porena. E i romani avevano capito tutto, pur senza ricorrere alla scienza. La conferma arriva adesso da uno studio condotto da Brice Faraut della Université Paris Descartes-Sorbonne Paris Cité che dimostra quanto importante possa essere una pennichella anche di soli 30 minuti.
LO STUDIO FRANCESE SUL SONNO – È assodato, infatti, che dormire poco faccia male alla salute, rallentando i riflessi, riducendo la produttività e incidendo sul rischio di malattie come diabete e obesità. Ma, a detta dei ricercatori francesi, che hanno pubblicato il loro studio sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM), un sonnellino di mezz’ora può essere sufficiente per contrastare questi pericolosi effetti negativi.
GLI ESPERIMENTI SUI VOLONTARI – La sorprendente conclusione a cui sono giunti gli studiosi è frutto delle loro ricerche effettuate su un campione di maschi tra i 25 e i 32 anni. I soggetti esaminati sono stati ospitati per alcuni giorni in un laboratorio del sonno. Sottoposti a un’alimentazione controllata, la prima notte hanno potuto dormire otto ore; la notte seguente solo due. Alcuni hanno però avuto la possibilità di fare una pennichella il giorno seguente. Sono quindi stati analizzati campioni di urina e saliva di ciascun volontario, oltre a molecole con importanti funzioni immunitarie. Dopo la notte quasi insonne è emerso in tutti soggetti un netto squilibrio dell’ormone norepinefrina, una molecola molto importante per il sistema nervoso e che, tra le altre cose, controlla la frequenza cardiaca. Questa noreprinefrina risultava infatti più che raddoppiata in seguito a carenza di sonno, mentre l’interleuchina 6, una molecola con funzione immunitaria, risultava nettamente diminuita. Sorprendentemente, però, la concentrazione di queste due molecole tornava esattamente alla normalità se alla notte semi-insonne seguiva la pennichella pomeridiana il giorno successivo.
30 MINUTI DI SONNO PER RECUPERARE – “I nostri dati suggeriscono che 30 minuti di ‘siesta’ possono invertire l’effetto ormonale di una notte in bianco”, ha assicurato uno degli autori dello studio, Brice Faraut. “Questo – ha aggiunto – è il primo lavoro scientifico a rilevare che il riposo di giorno è in grado di ripristinare biomarcatori di benessere neuroendocrino e immunitario a livelli normali e sarà particolarmente utile per i lavoratori notturni”. “Schiacciare un riposino – ha quindi concluso lo studioso – può offrire un modo facile per contrastare gli effetti dannosi della restrizione del sonno, aiutando il sistema immunitario e neuroendocrino a recuperare”.
Fonte: nonsonocurioso.it