Non potrà più mettere piede in un treno Eurostar per il resto della sua vita. Motivo? Si è lamentato per il costo di una bustina di tè. E’ una storia quantomeno bizzarra quella che arriva dal Regno Unito.
E’ il Daily Mail a raccontare la disavventura del signor Daniel Confino, un esperto finanziario il cui ruolo è stato determinante nel salvataggio del progetto Eurotunnel dal naufragio nel corso degli anni Novanta. Tutto comincia lo scorso 6 settembre. Il 56enne, padre di quattro figli, è in viaggio verso casa a St. Pancras dopo una conferenza tenutasi a Parigi. Insieme ad un collega decide di prendersi un the caldo.
Si reca quindi nell’area relax dell’Eurostar e ne ordina due tazze, a £ 2,20 ciascuna; chiede però una bustina di tè in più per avere una tazza più forte. Gli vengono chiesti ulteriori £ 2,20. Lui però rifiuta di pagare, adducendo il fatto che quell’ulteriore bustina gli spetterebbe gratis. Ma il personale dell’Eurostar è irremovibile. Ne scaturisce una discussione al termine della quale Confino lascia le due tazze di the sul bancone (inclusa la terza bustina) e si allontana rivolgendo ai sui interlocutori un inequivocabile “idiotic bitches” che di british ha davvero poco.
Il caso è finito davanti all’Alta Corte Europea
Il viaggio prosegue tranquillamente fino a Ebbsfleet, nel Kent, dove il treno fa una sosta non programmata. La polizia sale nel convoglio dove siede Confino e lo accompagna all’uscita. Il personale di bordo afferma infatti di essersi sentito minacciato da quel passeggero che “ha tentato di rubare una bustina di the”. Ma la storia non finisce qui. Qualche giorno dopo Daniel Confino è casa sua e stata controllando la posta elettronica, resta un attimo interdetto di fronte al contenuto di una mail. Il mittente è proprio Eurostar: “Lei è bandito dai nostri treni”, a meno che non dimostri di poter essere “cortese e gentile” e di non minacciare più il personale. E’ questo, in sintesi, il contenuto della missiva virtuale.
La mail arriva a Mr Cortino subito dopo gli era stato rifiutato l’acquisto di un biglietto del treno per la suddetta motivazione. Un divieto che l’uomo ha commentato come “ridicolo, ripugnante e draconiano”. L’uomo ha deciso di rivolgersi all’Alta Corte, sostenendo di aver subito un trattamento degradante, che gli ha procurato disagio e ansia. “Mi ricattano per avere le mie scuse, sono dei bulli, abusano del loro potere e usano la forza per farmi abbandonare le mie posizioni. E nonostante tutto questo non hanno nemmeno cambiato la loro politica in materia di loro tè”.
fonte: fanpage.it