Uno dei nuovi casi clinici che sta preoccupando il mondo intero, arriva direttamente dall’America, e si tratta della nuova dieta denominata diabulimia. Moltissimi giovani sono ammalati di diabete mellito di tipo 1, ovvero quel tipo di diabete che si manifesta come una malattia autoimmune – malattia che determina un’alterazione del sistema immunitario, provocando delle risposte anomale a regolari funzionamenti dell’organismo, – cui è necessario rimediare attraverso la somministrazione quotidiana di dosi di insulina. Gli individui affetti da questa tipologia di diabete, tendono a mantenersi molto magri a causa della non assunzione di glucosio. L’insulina, invece, permette al corpo del soggetto di poter prendere peso.
Secondo la Diabulima Helpline, una delle prime associazioni a occuparsi direttamente del problema, le adolescenti ammalate, si astengono dalla regolare assunzione dell’insulina pur di mantenersi in linea e non ingrassare. Il doversi sottoporre a un rigido regime alimentare a causa della patologia, spesso provoca in esse un blocco psicologico più o meno grave che le spinge alla completa rinuncia della terapia. I medici dell’associazione hanno rilevato che in America il 40% delle donne dai 15 ai 30 anni affette da diabete mellito di tipo 1, tende a intraprendere questa strada, poiché si auspica il raggiungimento della perfezione.
La prima donna ad attuare questo comportamento fu Katherine Marple, una scrittrice americana. A 14 anni le venne diagnosticato il diabete ed essendo a conoscenza del fatto che l’insulina produce un aumento di peso sempre maggiore, pur di non incamerarne svuotava le siringhe nei cuscini. Quando non riusciva a trattenere la voglia di cibi eccessivamente zuccherati, come gelati e biscotti si auto induceva anche il rigetto. 1 ragazza su 4 colpita da questa patologia, proprio come la Marple, preferisce astenersi, inizialmente gradualmente ma in seguito sempre più, non solo dalle dosi di insulina, ma anche dalle prove glicemiche da effettuarsi giornalmente per tenere sotto controllo gli zuccheri nel sangue. Secondo i medici, i disturbi che si avvicendano in seguito a questa “moda” sono: neuropatia grave, il cui aggravamento può portare anche alla cecità, osteoporosi, cardiopatia, problemi renali e problemi al fegato. In casi estremi potrebbe anche causare la morte.
Come già detto, tutto questo spesso genera nei soggetti diabetici problemi a livello psicologico a causa della convinzione di non poter mangiare nulla, dovendo pertanto privarsi di tutto. In realtà, come anche detto dal dottor Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università degli studi di Milano, e dal responsabile del servizio di Diabetologia Pediatrica, Andrea Scaramuzza, un individuo ammalato di diabete non deve assolutamente astenersi dal mangiare qualsiasi cosa, ma seguire una dieta equilibrata, come dovrebbero generalmente fare un po’ tutti. L’ospedale Luigi Sacco di Milano offre alle famiglie dei ragazzi affetti da diabete un aiuto completo mediante il Parental Training, ovvero un trattamento che modifica progressivamente il comportamento, a volte restio, dei genitori nei confronti di figli non cooperativi, aggressivi e oppositivi. Si può guarire dalla diabulimia, e come affermano coloro che ne sono usciti, il passo fondamentale è imparare a prendersi cura di sé stessi.