Da novanta giorni è lì, adagiata sugli scogli tra punta Lazzaretto e Gabbianara, ma la Concordia non fa più paura. Spaventa di più la crisi che strizza i portafogli delle famiglie. Il gigante d'acciaio si è trasformato in icona involontaria di un'isola, il Giglio, divenuta famosa in tutto il mondo. La nave, sdraiata a ridosso dell'ingresso del porto, dà il benvenuto alle folle dei curiosi che già dal traghetto cominciano a fotografarla: vogliono il ricordo di quella ferita sulla pancia, lunga 70 metri, provocata dagli scogli delle Scole per una manovra maldestra del comandante Francesco Schettino la sera del 13 gennaio scorso. Trentadue le vite che si è portata via e di queste due, la Concordia, non vuole restituirle.
Quelle 114 mila tonnellate di acciaio sono diventate un richiamo. La vendita dei biglietti dei traghetti per il Giglio, è cresciuta a dismisura. "Soprattutto nei giorni infrasettimanali - dice Sabrina Basini, la titolare del negozio Balù - si vede un sacco di gente. Prima non avveniva".
E' il turismo dei curiosi: per alcuni non produce ricchezza, ma c'é anche chi la pensa diversamente perché oggettistica e souvenir vengono venduti più di prima e i ristoranti qualche coperto in più lo fanno. A 90 giorni dal naufragio un sole tiepido bacia l'isola, annuncio dell'estate che sarà. La paura che il naufragio della Concordia potesse far saltare una stagione è superato. Le operazioni di pompaggio del carburante andate bene, la raccolta dei rifiuti finiti sui fondali, i certificati che attestano la salute del mare hanno scongiurato il rischio inquinamento. Le prenotazioni per l'estate ci sono, in linea con l'anno passato, anche se gli stranieri sono spaventati dalla possibilità di trovare sull'isola più confusione del passato. Temono che il relitto della Concordia possa portare un turismo mordi e fuggi che si riversa solo per alcune ore nei luoghi cult dell'isola. Uno è l'Arenella, accanto al relitto della nave. "Lì sarà più difficile affittare le case", dicono all'agenzia immobiliare 'Giglio Multiservizi'.
"Gli stranieri vogliono tranquillità". Per il resto il turismo è in attesa: "I conti si fanno alla fine di settembre, ma la sensazione è che la gente abbia tagliato sui giorni di permanenza, ormai sono orientati a fermarsi a due-tre notti. E' colpa della crisi, non della Concordia", dicono all'agenzia. Come per i flussi turistici, c'é attesa, al Giglio, per sapere come avverrà la rimozione del relitto. Non sarà sezionata sul posto: avrebbe creato inquinamento. E contro questo il Giglio si è battuto e ha vinto. Allora la Concordia faceva paura. Ora non più.
C'é attesa anche per scoprire dalla scatola nera quali frasi sono state pronunciate in plancia di comando prima e dopo l'impatto con le Scole e da chi. Tutto questo è il futuro prossimo. Il presente è fatto di un turismo di curiosi, di presenze lavorative. Le magliette e le felpe con il marchio 'Isola del Giglio' vanno a ruba. Silvano e Tiziana del Caffé Ferraro sono passati da lavorare due chili di caffé al giorno a 5-6 chili. Ecco perché, evitato il rischio inquinamento, la Concordia non fa più paura.
Restano il rispetto e il dolore per le vittime e per quei due corpi non ancora ritrovati. Nel giorno del centenario del naufragio del Titanic, mentre il mondo ricorda la fine del transatlantico che doveva essere inaffondabile, i gigliesi guardano la Concordia, il tempio del divertimento divenuto simbolo di tragedia: pensano alla notte del 13 gennaio e sperano che l'amore per questo luogo sia più forte della crisi economica.