La notizia choc è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Alcoholism: Clinical and Experimental Research” e riguarda l’alcol: gli astemi, secondo la ricerca dell’università del Texas, non godrebbero infatti dei benefici apportati da una certa quantità di alcol e dunque godrebbero di meno longevità.
LA PROSPETTIVA DI VITA - La prospettiva di vita, insomma, di chi si concede con moderazione un bicchierino al giorno sarebbe migliore. Escluse le malattie del fegato, gli incidenti stradali e tante altre controindicazioni in caso di eccessi, l’alcol sarebbe un elisir di lunga vita secondo quanto pubblicato da sei ricercatori dell’università del Texas guidati dallo psicologo Charles Holahan che hanno monitorato nel corso di 20 anni ben 1824 persone d’età compresa tra i 55 e i 65 anni dividendole in 3 categorie: bevitori forti, bevitori moderati, astemi.
IL RISULTATO - I dati della ricerca sono sorprendenti dato che quasi il 70% del terzo campione è morto nel giro di 20 anni, il tasso di mortalità registrato dei bevitori accaniti è stato del 60%, mentre solo il 40% dei bevitori moderati ha perso la vita. L’alcol, inoltre, sempre se bevuto con moderazione (è utile sottlinearlo) ha un effetto benefico sui processi digestivi perché stimola l’appetito ed aumenta le secrezioni gastriche, preparando lo stomaco ad accogliere e digerire il cibo.
Ha poi un significato conviviale e facilita la socializzazione; sembra inoltre svolgere un’azione protettiva contro le malattie cardiovascolari. In uno studio è stato osservato che i francesi, abituati a consumare vino rosso ad ogni pasto, hanno una minore incidenza di malattie cardiovascolari nonostante un’alimentazione piuttosto ricca di grassi.
Si è poi scoperto che il vino rosso esercita un’azione protettiva dalle malattie cardiovascolari, grazie alla presenza del resveratrolo, un polifenolo ad azione antiossidante contenuto nella buccia dell’uva.