Anche tu usi WhatsApp? Che domanda, è una delle app più usate e apprezzate di sempre quella del servizio di messaggistica istantanea che ha infatti decretato la morte dei classici sms. La possibilità di comunicare con chiunque e in qualunque momento, con video, messaggi base e audio, e magari in chat di gruppo è un'occasione troppo ghiotta per restare indietro. E infatti oggi, anno 2017, è difficilissimo trovare una persona che non usi Whatsapp. Ma come accade per tutti i trend, meglio stare accorti. Non sono rare, tutt'altro, le truffe che circolano proprio a mezzo chat. L'ultimissima, poi, sta sollevando un polverone in rete, anche perché riguarda utenti con abbonamenti Tim, Vodafone e Wind Tre. Che, stando a quanto risulta al sito TecnoAndroid, negli ultimi giorni avrebbero addirittura ricevuto una multa di 500 euro. "Mi è arrivato un messaggio con una multa su WhatsApp, che devo fare? La devo pagare?": questa è la domanda più gettonata su internet, si legge ancora sul sito che, a seguito delle tante richieste ricevute ha deciso di approfondire la questione. Bando alle ciance: tutto vero o è l'ennesima truffa che circola su Whatsapp?
Una truffa. Sì, un'altra, che stavolta coinvolge quasi il 100% degli utenti, dal momento che abbraccia le tre compagnie telefoniche più gettonate. Quindi questa presunta multa dai ben 500 euro non va pagata. In Italia, si legge su TecnoAndroid, circola da tempo una catena che, se cliccata, prosciuga istantaneamente il credito dei malcapitati utenti; nella fattispecie, il messaggio parla di una multa per violazione di regole imposte dal proprio operatore (TIM, Vodafone o Wind TRE) per una cifra di 100/200 euro, o addirittura 500 euro. Chiaramente il consiglio che arriva dal sito è quello di ignorare il tutto e cancellare immediatamente il messaggio. Whatsapp è sì un servizio utilissimo, ma spesso può diventare uno strumento pericoloso se non si è informati.
Altra truffa recente, esplosa guarda caso nel periodo pre natalizio, è quella dei link per falsi buoni Decathlon. Peccato che il link non porti direttamente al sito della nota azienda di attrezzature sportive, che non ha niente a che vedere con l'intera vicenda, ma a un altro sito che potrebbe infettare i vostri dispositivi o 'rubare' i vostri dati. Grazie ad una sorta di cavallo di Troia (trojans) e ad alcuni malware (dei veri e propri virus) cliccando sul finto affare i malintenzionati riescono ad impossessarsi di dati e codici privati che danno il modo agli hacker di commettere ogni tipo di illecito: dall’entrata forzata nei conti di credito tramite home banking ai messaggi e foto private.