Sono circa 30mila i pizzaioli stranieri in Italia, dove nel settore ci sono ben seimila posti vacanti. I nuovi maestri della pizza italiana sono per lo più egiziani e marocchini. Lo rende noto la Coldiretti nella giornata di mobilitazione in occasione della convocazione della Commissione Italiana Unesco a Roma per l'atteso via libera nazionale all’inserimento dell'Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella "Lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità" (su Twitter l’#hashtag #pizzaunesco). Sono almeno 100 mila i lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali - sottolinea la Coldiretti - se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell'Accademia Pizzaioli. Di questi, 65 mila sono italiani, mentre tra gli stranieri a prevalere - precisa la Coldiretti - sono i circa 20 mila egiziani e gli oltre 10 mila marocchini.
Un contributo importante per mantenere viva la tradizione della pizza in Italia che evidenzia però anche la necessità - continua la Coldiretti - di non disperderla e tutelarla con l’inserimento dell'Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella "Lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità". Con il riconoscimento della pizza nell’elenco dell’Unesco si tutela un business che solo in Italia ha raggiunto i 10 miliardi di euro, nelle circa 63mila pizzerie e locali per l'asporto, taglio e trasporto a domicilio. Ogni giorno si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all'anno secondo la Fipe. Anche se - conclude la Coldiretti - i maggiori “mangiatori” sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa.