La sindrome da rientro dalle vacanze
Rientro dalle vacanze, intendiamo. Dopo una o due (qualche fortunata anche di più!) settimane trascorse al caldo e al sole di qualche località di vacanza... arriva il momento di rientrare.
Un momento che non tutte sanno gestire al meglio, e che a volte getta nello sconforto chi non riesce ad accettare il fatto che - per i prossimi undici mesi e qualche giorno - la vita non sarà più fatta di sole, spiaggia, sandali e divertimento. Alcune statistiche (da prendere per quello che sono) dicono addirittura che oltre il 90% di chi rientra dalle vacanze e deve riprendere la vita lavorativa soffre in qualche misura di 'sindrome da rientro' o "post-holidays blues"
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Si arriva all'aeroporto da cui si era partiti poche settimane prima e inizia la crisi. Tutti quegli amici e familiari che aspettano dietro alle vetrate dell'aeroporto... non possono non far scattare qualche dubbio e qualche riflessione in chi sta aspettando i bagagli con ancora indosso (una sorta di ultima resistenza al rientro...) sandali e minigonne...
Domani mattina sarai al lavoro con la tua tazza di caffè, 10 minuti per raccontare a colleghi e colleghe la tua vacanza, qualche dovuta attestazione di invidia (lo fai anche tu quando sono i colleghi a rientrare, è un po' un gioco non scritto che a turno ci vede tutti protagonisti) e poi si ricomincia. Poche ore e il ricordo della vacanza si fa più sfumato, i problemi di tutti i giorni riprendono la propria posizione dominante nella tua vita. I propositi di cambiare radicalmente stile di vita vengono riposti in attesa che, chissà, si presentino occasioni più propizie.
Ti pare di riconoscerti, almeno in parte, in questo profilo? In questo caso forse anche tu sei potenzialmente vittima della 'sindrome da rientro'. Poca voglia di andare al lavoro, poche energie, insofferenza verso gli obblighi sociali e lavorativi, una depressione strisciante che ti assale nel momento in cui l'aereo appoggia le ruote sulla pista e che ti segue dovunque.
Cosa fare? Reagire, provare a fare in modo che - a partire da quest'anno - la depressione del rientro non si infili nella nostra vita. Come? Non è facile, ma ci si può provare. Ecco alcuni consigli.
1) Preparati al rientro già prima di partire dalla località di vacanza. Molte persone fanno come gli struzzi, non vogliono pensare al rientro se non quando sono già sull'aereo. Ma questo non fa altro che peggiorare la situazione impedendo di accettare ed elaborare la fine della vacanza, che verrà poi inevitabilmente vissuta come qualcosa di davvero traumatico.
2) Se ne hai la possibilità cerca di pianificare due o tre periodi di vacanza all'anno, magari più brevi, invece di uno lungo. L'impatto del rientro, sapendo che di lì a qualche mese sarai di nuovo in viaggio, sarà sicuramente meno forte.
3) Se ti accorgi che uno dei motivi che ti rendono tanto difficile riprendere la vita di sempre risiede nel lavoro, guardati intorno alla ricerca di alternative. Fallo mentre hai la mente ancora fresca ed aperta. Pochi giorni e il ritmo di lavoro e i problemi della vita quotidiana ti avranno riassorbito, e se ne riparlerà - eventualmente - al rientro dalle vacanze dell'anno prossimo.
4) Non puoi cambiare lavoro? Cambia il tuo modo di lavorare. Il lavoro non è la tua vita, e probabilmente se ti pesa rientrare è anche a causa del tuo lavoro, e dello stile di vita che il lavoro ti impone. Poiché non tutti possono permettersi il lusso di non lavorare, cambia il tuo atteggiamento nei confronti del lavoro. Vivilo per quanto possibile in maniera serena e distaccata, e non permettere che il lavoro influenzi più la tua vita privata.
5) Rivoluziona gli aspetti più monotoni e abitudinari della tua vita quotidiana. Cambia orari, cambia il tuo giro abituale, fai qualcosa che ti stimoli e ti dia un'idea di novità di freschezza.
6) Fai un elenco di propositi, problemi che ti assillano, situazioni che vorresti cambiare, fallo adesso che hai ancora la mente fresca di vacanze. Scrivi tutto su un pezzo di carta, e consultalo regolarmente ogni volta che ti senti giù. Cerca di stabilire le priorità, e prendi l'impegno con te stesso di non subire più le situazioni, ma di crearle.
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