La politica italiana ci ha abituati ad ogni tipo di eccesso, all’illegalità, allo spreco, ai festini; tutto a discapito della collettività che ogni mese si vede togliere dalle proprie tasche somme di denaro sotto forma di tasse delle più disparate. Oggi vogliamo fare una sorta di classifica dei rimborsi più strani che i parlamentari italiani hanno avuto il coraggio di presentare, per succhiare ulteriormente i soldi pubblici dal bilancio del nostro Paese.
Quello che emerge è la grande fantasia che i nostri rappresentanti al Parlamento italiano riescono a mettere in campo; anche perchè che avesso una faccia molto più dura della pietra lo sapevamo già da molto tempo. Ma non perdiamoci in chiacchiere ed entriamo subito nel vivo di questa classifica, che in alcune posizione rasenta veramente l’inverosimile in materia di rimborsi. Riuscire a dare un ordine focalizzando l’attenzione sui rimborsi più strani, era veramente un’impresa impossibile perchè, come vedrete si salta da prodotti alimentari a generi di lusso; l’unico comune denominatore è il senso del pudore pari a zero che questi politici hanno mostrato nel momento in cui hanno consegnato la “nota spese” nell’ufficio deputato ad assegnare i rimborsi.
Partiamo quindi con questa viaggio nel mondo della politica italiana, per capire dove vanno a finire i nostri soldi. Iniziamo con l’Onorevole Carlo Spreafico del Pd, che ha avuto il coraggio di presentare un rimborso per la Nutella acquistata. L’Onorevole, poi, ha cercato di chiarire l’accaduto dichiarando che non si trattava di barattoli di Nutella, ma solo di una piadina. Si sa che per andare a Roma e salire le scale del Parlamento italiano costa molta fatica, quindi cosa c’è di meglio che rifocillarsi e riprendere le energie sprecate con una bella piadina con la Nutella? L’esponente del Partito Democratico, però, non si è fermato qui perchè dall’alto del suo stipendio che potrebbe risanare i conti di diversi cittadini italiani alle prese con una crisi che taglia le gambe; ha avuto la faccia tosta di inserire nella sua lista dei rimborsi anche un miniombrello automatico. Gli sarà servito per arrivare in piadineria durante i giorni di pioggia? Chissà.
C’è subito però chi ha meritato lo scettro di parlamentare golosone, e ha usurpato la leadership di Spreafico: stiamo parlando del consigliere Cesare Bossetti che ha avuto il coraggio di spendere, e ovviamente di farsi rimborsare (qui il coraggio raddoppia), ben 15 mila euro di dolci di pasticceria. Non osiamo immaginare quanto siano alti i livelli di zucchero nel sangue del Consigliere: urge una visita medica, ovviamente gratuita.
C’è chi invece non ama mangiare da solo, perchè si sa che non c’è niente di meglio della compagnia a tavola. E allora l’Onorevole Alessandro Alfieri del Pd ha pensato bene di farsi rimborsare dallo Stato italiano una cena fatta nel dicembre 2010, in cui ha speso la bellezza di 1.600 euro per sfamare una ristretta cerchia di amici: ben 80 persone.
Meno sui generis Francesco Prima del Partito Democratico che si è limitato, si fa per dire, a farsi rimborsare le bollette telefoniche di utenze private.
Troviamo ora il leghista Pierluigi Toscani. L’Onorevole, infatti, è riuscito magicamente a farsi rimborsare i gratta e vinci acquistati. Ora la domanda è: e se Toscani avesse vinto? Avrebbe diviso con le casse dello Stato? Questo non lo sapremo mai, ma abbiamo forti dubbi al riguardo. Toscani, però, non si è limitato solo a questo perchè evidentemente quando si è recato ad acquistare i gratta e vinci ha deciso di “investire” i soldi dei contribuenti anche in lecca lecca. Si sa, spesso ci sono persone che si fanno prendere dall’emozione grattando la patina argentata di un biglietto della lotteria istantanea; quindi quale migliore medicina per calmarsi che infilarsi in bocca un bel lecca lecca? L’artista del rimborso, così ormai è chiamato da tutti Pierluigi Toscani, nella nota spesa ha poi inserito anche altre due voci: quella relativa ad una fornitura di salsicce di Norinberga, e una fornitura di cartucce da caccia per un valore totale di 752 euro. Che la politica italiana fosse diventata ormai una giungla, lo sapevamo tutti, ma che per andare a votare le leggi in Parlamento servisse armarsi fino ai denti, questa cosa ci era ancora sconosciuta. Ringraziamo l’Onorevole Toscani per averci svelato questo ennesimo mistero. Siamo quasi alla fine della nostra speciale classifica del rimborso pazzo, e si avvicinano coloro che di diritto occupano i gradini del podio.
Uno di questi è senza dubbio il Trota, alias Renzo Bossi. Rampollo del più famoso Umberto, il giovane di casa Bossi ha chiesto un rimborso per videogiochi, Red Bull e sigarette. Attento Renzo che queste cose possono nuocere alla tua salute.
Ancora un leghista tra gli artisti del rimborso: si tratta di Alessandro Marelli che è riuscito ad inserire un pò di tutto nella sua lista. Si parte da ben 6 computer, passando per una webcam, una stampante; e finendo con una clessidra e un ovetto della Kinder. Ma il coup de theatre è certamente il rimborso per dei fuochi d’artificio, che saranno serviti per festeggiare qualche avvenimento in casa Marelli.
Chi senza dubbio guadagna facilmente le prime posizioni è lei, la più chiacchierata della politica italiana: Nicole Minetti. Il Consigliere Regionale della Lombardia ha presentato una lista rimborso abbastanza corposa. Tra le varie voci, quelle che spiccano sicuramente su tutte sono: una serie innumerevoli di creme per il viso, ma si sa che chi bella vuole apparire un pò deve soffrire, peccato che a soffrire sono i conti pubblici; un iPhone 5 e un iPad, anche se ne aveva già uno dato in dotazione dal Consiglio. Per concludere non poteva mancare un pò di cultura, e per questo motivo la Minetti ci ha infilato dentro anche il libro “Mignottocrazia”, il perchè di questa scelta letteraria evitiamo di chiedercelo.
Infine, sul gradino più alto, dobbiamo segnalare un quartetto d’eccezione. Si tratta di Marylin Fusco, Nicolò Scialfa, Stefano Quaini e Maruska Piredda, del gruppo consiliare dell’Italia dei Valori della Regione Liguria. Le quattro avrebbero inserito nelle rispettive note spesa: cene, viaggi, cravatte, cibo per gatti; e ovviamente biancheria intima.