Se vedere qualcosa di disgustoso vi “rivolta lo stomaco”, se una frase scontrosa vi fa “salire il sangue in testa”, se la persona che amate vi fa “tremare le ginocchia”, non state semplicemente usando modi di dire triti e ritriti, ma state spiegando esattamente la reazione del vostro corpo. Che in queste descrizioni non vi sia letteratura spicciola, ma fisica, ce lo dice una ricerca condotta all’Università di Turku, in Finlandia, che ha sottoposto 700 volontari alla lettura e alla visione di film con l’obiettivo di far sorgere determinati sentimenti e di annotare poi in quali parti del corpo si sentiva una variazione delle sensazioni. Incrociando i diversi riscontri, i ricercatori hanno poi formulato la seguente infografica:
Secondo gli studiosi, le reazioni dei volontari sono state indifferenti alla loro provenienza culturale, facendo registrare in gran parte le stesse sensazioni. I ricercatori hanno spiegato alla rivista Proceedings of National Academy of Sciences che “svelare le sensazioni corporee soggettive connesse con le emozioni umane può aiutarci a capire meglio i disturbi dell’umore come la depressione e l’ansia”, alle quali – come da grafica – si attribuisce rispettivamente una generale riduzione delle sensazioni e una iperattività simile alla paura (in assenza di pericolo reale). Nota da tempo la reazione alla rabbia, che attiva – quasi “arma” – il petto e le braccia, predisponendo il soggetto al combattimento. Differisce solo parzialmente dalla rabbia la sensazione legata alla paura, che concentra tutto nella testa e nel petto nell’attesa che giunga il momento in cui decidere tra combattimento e fuga. Tra l’orgoglio che “gonfia” il petto, l’amore che irrora tutto tranne le ginocchia, la felicità che sprizza energia da ogni poro, l’invidia che logora i nostri pensieri e la vergogna che accende le guance, le reazioni dei 700 volontari sembrano descrivere l’esperienza di tutti noi.