Via del Corso, chiamata comunemente il Corso, è una nota strada del centro di Roma che collega piazza Venezia a piazza del Popolo e misura all'incirca 1,6 chilometri.
Il tracciato rettilineo della strada ricalca quello dell'antico tratto urbano della Via Flaminia, chiamato nell'antichità e nel Medioevo via Lata.
Nel Medioevo il rettilineo originario, soggetto alle esondazioni del Tevere a causa del basso livello altimetrico, sarebbe stato abbandonato a favore di una strada sita ad una quota più elevata: secondo un recente studio[1] si tratterebbe dell'antica via Biberatica, che, a partire dal Foro di Traiano, seguiva le attuali vie delle Tre Cannelle e di Sant'Eufemia, piazza dei Santi Apostoli, via di San Marcello, piazza dell'Oratorio, via di Santa Maria in Via (tratto oggi interrotto dalla Galleria Sciarra), piazza San Claudio, piazza San Silvestro, via del Gambero, e si riconduceva quindi sull'antica via Flaminia all'altezza della chiesa di San Lorenzo in Lucina.
Papa Paolo II nel 1467 provvide a rettificare il tracciato della strada riconducendolo sostanzialmente a quello antico; qui trasferì le corse del Carnevale, molto seguite dai romani, che si erano fin allora svolte al Monte Testaccio; involontari protagonisti delle corse erano in primo luogo gli ebrei, costretti a correre tra le ingiurie, ma molto attesa era anche la corsa dei cavalli, detti bàrberi (Berbero) poiché provenienti dalla Barberia (Africa settentrionale). La corsa, che si è svolta fino al 1883 quando un incidente mortale portò alla sua abolizione, si disputava lungo il tratto compreso tra lo scomparso Arco di Portogallo (all'altezza di via della Vite) fino a piazza Venezia, e ha portato all'affermazione del nome di via del "Corso".
Il nome della via cambiò in Corso Umberto I dopo l'assassinio del sovrano nel 1900; nel 1944, divenne Corso del Popolo; e due anni dopo venne reintrodotto quello che è il toponimo attuale.