“Era l’ultimo arrivato e non ci spiegavamo perché avesse tutti quei biglietti per la finale di Coppa Italia”. Loris Grancini, leader dei Viking chiamato a testimoniare nell’udienza preliminare del processo Alto Piemonte, ricorda così l’edordio in curva di Rocco Dominello. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, nel giorno della testimonianza è stato ascoltato per 40 minuti sui suoi rapporti con Dominello, figlio di un appartenente alla ‘ndrangheta e considerato dai pm Monica Abbatecola e Paolo Toso l’anello di congiunzione tra criminalità e tifosi. I particolari più interessanti sulle infiltrazioni delle cosche nella curva arrivano dal leader dei tifosi juventini di Milano: “Era il 2012 e la Juventus doveva affrontare all’Olimpico il Napoli per la finale di Coppa Italia quando Dominello ha iniziato ad avere un peso in curva. Aveva la gestione di molti biglietti per la trasferta a Roma”, ricorda Grancini.
E Agnelli: “Nessuna pressione mafiosa da Dominello. L’ho incontrato in alcune occasioni con Fabio Germani e Alessandro D’Angelo per gli auguri di Natale, ma non ho mai avuto idea che fosse ‘ndranghetista. La Digos sapeva di questi incontri e non ha mai detto che facesse parte della criminalità organizzata”. Parole, che soddisfano i legali di Dominello: “Abbiamo chiarito tutto. Rocco era stato scelto dai Drughi per i suoi modi garbati ed eleganti”, dice Ivano Chiesa. A ricostruire il tutto è l’edizione torinese de La Repubblica..
fonte: ilcalcionapoli.it