Clamorosa esclusiva dei colleghi del quotidiano on-line “IlNapolista.it” sul caso”Alto Piemonte” relativo all’inchiesta dell’Antimafia che sta indagando sui presunti rapporti tra Juventus e Ndrangheta. Ecco quanto si legge:
Ammettono, adesso. Riconoscono di aver trattato, costretti per il loro spessore criminale, coi capi ultras. Ė drammatica la testimonianza dei legali della Juventus e dei suoi dirigenti, che nella memoria difensiva depositata alla Procura Federale invocano una rilettura diversa dei fatti. La Juve, insomma per loro è vittima non artefice e complice degli affari della curva.
La chiusura dell’inchiesta federale
L’inchiesta federale è arrivata al giro di boa. Il 16 dicembre scorso il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha comunicato agli indagati di aver terminato le indagini, che avevano ad oggetto il «comportamento di tesserati della F. C. Juventus spa in ordine a presunti rapporti intrattenuti con la tifoseria organizzata per l’acquisto da parte della stessa di biglietti e abbonamenti a fini di bagarinaggio e altre utilità, con la realizzazione di illeciti guadagni per associazioni malavitose».
I legali degli indagati hanno depositato le memorie difensive contestando le accuse e adesso, entro aprile, si aspetta la pronuncia del Tribunale sportivo.
Vediamo le singole posizioni dei dirigenti della Juventus deferiti davanti alla giustizia sportiva “perché emergono i seguenti comportamenti posti in essere dai soggetti e con riferimento alle gare di seguito indicate”.
ANDREA AGNELLI
Al presidente della Juventus viene contestata la «violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e del l’obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali», perché nel periodo che va «dalla stagione sportiva 2011-12 a quantomeno tutta la stagione sportiva 2015-2016, con il dichiarato intento di mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi “ultras” al fine di evitare alla Società da lui presieduta, pesanti e ricorrenti ammende e/o sanzioni di natura sportiva, non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus F. C. S.p.A di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti gruppi ultras, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio, partecipando, personalmente, inoltre, in alcuni occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria “ultras.
E assecondando, in occasione della gara JUVENTUS-TORINO del 23.02.2014, l’introduzione all’interno dell’impianto sportivo, ad opera dell’addetto alla sicurezza della Società D’ANGELO, di materiale pirotecnico vietato e di striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi ultras».
Il derby Juventus-Torino del 23 febbraio 2014 è quello in cui furono esposti striscioni che inneggiavano e deridevano la strage di Superga. Il giorno dopo, Andrea Agnelli prese le distanze da cori e striscioni esposti.
fonte: ilcalcionapoli.it