Ottava sconfitta in campionato, classifica che vede sprofondare il Milan al 12° posto e con un distacco pesante (più dei 3 punti, perché ha perso entrambe gli scontri diretti con Sampdoria e Atalanta) rispetto alla zona Europa League. Il ko contro i nerazzurri bergamaschi affossa ancora una volta le speranze di rimonta dei rossoneri ai quali non è bastato il ritiro punitivo dopo la figuraccia di Verona per rimettersi in piedi e riscattarsi. Il bilancio di Gattuso dopo un mese è negativo: 4 punti all'attivo, frutto di un pareggio (quello beffa col Benevento al 95°), 1 vittoria (2-1 col Bologna) e 2 sconfitte consecutive (Verona e Atalanta).
La squadra di è ancora senza anima e senza gioco, si trova pesantemente contestata dal pubblico e a una giornata dalla fine del girone di andata è fuori dalle coppe. Cosa peggiore, più vicina alla zona retrocessione che non a quel quarto posto (la zona Champions) considerato obiettivo iniziale.
Il summit dopo il triplice fischio
La brutta prestazione contro i bergamaschi ha spinto la dirigenza a un lungo confronto con Gattuso nello spogliatoio. Al termine della partita l'allenatore si è riunito con l'ad Marco Fassone, il ds Massimiliano Mirabelli e l'executive director David Han Li. Dopo un'ora dal triplice fischio ancora non ha parlato ai microfoni per le consuete interviste post match.
La squadra è impaurita, la spiegazione di Ringhio
Quando il tecnico del Milan si presenta in conferenza stampa esprime due concetti: il primo, "la squadra è impaurita"; il secondo, non pensa alle dimissioni… lo farebbe solo se pensasse di essere lui il problema.
In questo momento non diamo la sensazione di essere forti a livello caratteriale, mentale – ha ammesso a Sky Sport -.E' una squadra che gioca impaurita e che fa una fatica pazzesca. Ho la sensazione che tanti ragazzi sentano addosso un peso enorme, non si aspettavano queste difficoltà e dobbiamo mettere mano a questo aspetto.
No alle dimissioni
Gattuso allontana le critiche dai singoli, il brutto momento è colpa di tutti non del singolo. E a chi gli chiede se ha pensato di rassegnare le dimissioni replica in maniera chiara.
Dimissioni? Se pensassi che il problema sono io, se vedessi che i giocatori non mi seguono… Ci manca fame, malizia, cattiveria – ha aggiunto a Premium -. Rassicurazioni sul mio ruolo? Io oggi sono l’allenatore del Milan, ma sono l’ultimo dei problemi: oggi il problema non è solo la condizione