Fabrizi è considerato uno dei migliori comici romani, l’anima di Roma; in quanto si trovava perfettamente a suo agio nei ruoli brillanti così come in quelli drammatici. Del popolo romano l’attore ha canzonato, in oltre cinquant’anni di carriera, cattive abitudini e debolezze, con quella sua comicità cinica e senza illusioni.
“Appresso ar mio, nun vojo visi affritti, / e pe’ fà ride’ pure a ‘st’occasione / farò un mortorio con consumazione… / in modo che chi venga n’approfitti. / Pe’ incenso, vojo odore de soffritti, / ‘gni cannella dev’esse’ un cannellone, / li nastri, sfoje all’òvo e le corone / fatte de fiori de cucuzze fritti. / Li cuscini, timballi de lasagne, / da offrì ar momento de la sepportura / a tutti quelli che “sapranno” piagne’. / E su la tomba mia, tutta la gente / ce leggerà ‘sta sola dicitura: / TOLTO DA QUESTO MONDO TROPPO AL DENTE.”
(poesia di Aldo Fabrizi: “Er mortorio”)