Compleanno di Katia Ricciarelli
Katia Ricciarelli (il cui nome completo è Catiuscia Maria Stella) nasce il 18 gennaio 1946 a Rovigo, in una famiglia non troppo benestante: il padre, infatti, ha lasciato la madre dopo essersi arruolato nella campagna di Russia come volontario, obbligandola a crescere tre figlie da sola. Katia è l'ultimogenita, e sin da piccola manifesta una grande passione per il canto. E così, dopo aver svolto diversi piccoli lavoretti per mettere da parte qualche lira (tra l'altro, operaia in un'azienda di mangiadischi), si iscrive, grazie agli enormi sacrifici della madre, al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, dove ha l'opportunità di studiare con Iris Adami Corradetti, famoso soprano. Il suo esordio risale al 1969, quando si esibisce ne "La bohème" a Mantova; poco dopo, interpreta, ne "Il pirata" di Vincenzo Bellini, Imogene, sotto la direzione di Nino Sanzogno, e canta col "Trovatore" al Regio di Parma. Dopo il "Sogno di una notte di mezza estate", nel 1971 si aggiudica il Concorso internazionale Voci Verdiane della Rai, insieme con Giuliano Bernardi e Beniamino Prior. Gli anni Settanta si rivelano, così, ricchi di lavoro: Katia canta, tra l'altro, nella "Giovanna d'Arco" di Giuseppe Verdi, ne "I Capuleti e i Montecchi", in "Luisa Miller" e ancora ne "Il trovatore". Approdata a Londra, alla Royal Opera House, con Placido Domingo, viene chiamata per la prima rappresentazione alla radio di "Jerusalem", di Giuseppe Verdi, nel 1975 in concerto all'Auditorium Rai di Torino. Interpreta, tra l'altro, Amelia in "Un ballo in maschera", Luisa ancora in "Luisa Miller" e Lucrezia in "Lucrezia Borgia". Katia, tuttavia, pur ottenendo successi in ogni parte del mondo, fatica a risolvere completamente un difetto di impostazione del registro acuto: per questo motivo, già negli anni Ottanta (che pure si aprono con la vittoria del Premio Speciale Giovanni Zenatello) si verifica un declino precoce della sua organizzazione vocale, con acuti sempre più deboli e filature sempre più indecise. Non mancano, quindi, i flop, come nel 1983, quando esibendosi al Royal Opera House di Londra nell'"Aida" viene fischiata per colpa delle difficoltà riscontrate in alcuni acuti (a dispetto dell'irrobustimento della voce); altrettanto infelice è il suo esordio con la "Norma" a Trieste, nel 1986 (anno in cui si sposa con il presentatore televisivo Pippo Baudo: si separeranno nel 2004), con la città giuliana che addirittura viene invasa da cartelloni che riportano la scritta "Norma è morta". Non va meglio tre anni più tardi, alla Scala di Milano: la sua interpretazione di "Luisa Miller" non riscuote il successo sperato, e così la Ricciarelli esce sul palco maledicendo il pubblico di fronte a lei. Non che manchino le soddisfazioni, comunque: la sua collaborazione col Rossini Opera Festival ne è un esempio. Nel 1990 arriva a quota 47 rappresentazioni totali a New York: in quell'anno va in scena per l'ultima volta al Met, al fianco di Placido Domingo, come Desdemona. Insignita del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e di quello di Kammersangerin a Vienna nel 1994, in occasione dei suoi venticinque anni di carriera, inizia a collaborare con il pianista Giovanni Velluti in maniera stabile. Dopo aver cantato in "Quartetto d'archi (album)" con Edoardo Bennato e i Solis String Quartet nei brani "Troppo troppo" e "Insieme lo denunciam", viene nominata direttore artistico del Teatro Politeama di Lecce nel 1998. Negli anni Duemila, si dedica con una certa intensità alla televisione, recitando nel 2003 in "Gianburrasca" (con Gerry Scotti e Rita Pavone), in onda su Canale 5, e nel 2004 nella fiction di Raiuno "Don Matteo 4" (al fianco di Terence Hill). Nel 2005, nominata direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival di Macerata, viene chiamata da Pupi Avati per recitare nel film "La seconda notte di nozze", di cui è protagonista insieme con Antonio Albanese e che le vale addirittura un Nastro d'Argento; si dedica ancora alla televisione l'anno successivo, prendendo parte al reality show di Canale 5 "La fattoria", dove riesce ad arrivare sino alla semifinale. Poco dopo si candida alle comunali di Rodi Garganico (località in cui è solita trascorrere le vacanze estive) per la coalizione di centro-sinistra: decide, tuttavia, di ritirare la candidatura a causa degli impegni lavorativi. Nel 2008, mentre è in tournèe con la commedia musicale "Gloriosa", recita nella fiction Mediaset "Carabinieri 7" e nel film di Cristina Comencini "Bianco e nero", pubblicando inoltre l'autobiografia "Altro di me non saprei narrare", scritta con la collaborazione di Gioconda Marinelli ed edita da Aliberti; l'anno successivo, invece, mentre riceve la cittadinanza onoraria dal Comune salernitano di Pellezzano e partecipa con un cameo a "Così fan tutte" (sketch show politicamente scorretto trasmesso da Italia 1), celebra i quaranta anni di carriera esibendosi a Venezia, al Teatro La Fenice, duettando, tra l'altro, con Massimo Ranieri e Michael Bolton: un evento che viene ripreso dalle telecamere e trasmesso anche su Canale 5. Sempre sulla rete ammiraglia Mediaset, nel 2010 partecipa come giudice al programma "Io canto", condotto da Gerry Scotti, durante il quale duetta, tra l'altro, con il piccolo Michele Ferrauto in "Nessun dorma". Nello stesso anno è presente nel documentario di Claudio Costa "Pupi Avati, ieri oggi domani", dedicato al regista bolognese (che l'ha diretta anche ne "Gli amici del bar Margherita", pellicola del 2009); l'anno successivo, invece, dà vita alla Fondazione Katia Ricciarelli per la Vita Onlus, organizzazione benefica di cui è presidente, e viene scelta come una delle protagonista di "Un passo dal cielo", fiction di Raiuno ambientata in Trentino, ancora al fianco di Terence Hill. Munita di una voce luminosa e dal timbro etereo, agile e sonora per quanto limitata da un'estensione vocale non eccezionale, Katia Ricciarelli nel corso della sua carriera ha collaborato, tra l'altro, con José Carreras (del quale è stata anche compagna), Lucia Valentini Terrani, Leo Nucci e Agnes Baltsa, venendo diretta, tra l'altro, da Zubin Mehta, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini e James Levine.
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