Come nasce Fiorella Mannoia (Roma, 4/02/1954) questa interprete che si muove con autorità e intelligenza in un mondo di musicisti e poeti uomini; che ha cantato con Fossati, con Bertoli, con Barbarossa e Bindi; che ha diviso il palcoscenico con Ruggeri,
Dalla e Ron; che abbiamo applaudito nei capolavori di Chico Buarque De Hollanda o di Caetano Veloso? Chi è questa primadonna dai capelli rossi che riempie i teatri italiani più importanti e occupa con disinvoltura i primi posti della hit parade? Un carattere ribelle, senza dubbio - lo era fin da ragazzina, quando a Cinecittà faceva un mestiere rischioso: quello della stunt-girl – e avventuroso, che nel frattempo esordiva anche come cantante: a Castrocaro nel 1967, e al Disco per l'estate nel 1969. Per alcuni anni dunque si guadagna da vivere facendo l'amazzone nel cinema, nella stagione degli spaghetti-western, e diventa poi la controfigura di
Monica Vitti e di Candice Bergen. Ma nel 1972 si riaccosta alla canzone: con il cantautore Memmo Foresi registra due 45 giri e un album. E si ritufferà definitivamente nella musica un paio d'anni dopo, quando attorno a lei si forma un team di lavoro (Antonio Coggio, Roberto Davini e Mimmo Cavallo), da cui nasce la canzone "Caffè nero bollente". Con questo brano rock da "maschiaccio", Fiorella partecipa al Festival di Sanremo 1981. E' il suo primo successo di vendita. Così nell'estate ci riprova con "E muoviti un po'" (Festivalbar). Nel 1982 si interessa a lei Mario Lavezzi, che produce il suo primo album, intitolato "Fiorella Mannoia". Qui la cantante romana compie la sua prima vera mutazione, mettendo in mostra una notevole varietà di sfumature espressive. Adesso il suo stile passa dalla rabbia alla dolcezza, adattandosi a canzoni molto diverse, come "Il posto delle viole", "Non si possono correre rischi" e "Torneranno gli angeli". Al Festival di Sanremo 1984 propone "Come si cambia", una bella canzone che gli conquista la simpatia del pubblico, e conferma il suo momento di popolarità a St. Vincent con "Ogni volta che vedo il mare". Il 1985 è l'anno della svolta: incide "Momento delicato", che mette in risalto soprattutto la sua duttilità espressiva. Canzoni come "Quand'eri tu la musica", "Canto e vivo" e "L 'aiuola" (finale del Festivalbar) le assegnano un posto nel panorama degli interpreti più originali della nuova canzone italiana. Intanto si è trasferita a Milano, affronta la sua prima tournée, e in Tv partecipa a "Premiatissima", che vince interpretando "Margherita", la bella canzone di Cocciante. Incide subito dopo un album ("Premiatissima"), dove questo brano si accompagna alle cover delle più belle canzoni di
De Gregori,
Baglioni, Lauzi,
Dalla e De André. E' un successo. Nel 1986 pubblica un nuovo LP ("Basta innamorarsi"), con testi di Mogol e la collaborazione del chitarrista Piero Fabrizi, ma l'anno dopo al Festival di Sanremo 1987 Fiorella Mannoia appare trasformata ancora una volta. Canta "Quello che le donne non dicono" (scritta da Ruggeri e Schiavone) che le procura il Premio della critica, l'ottavo posto in classifica, e l'ingresso in hit parade. Nel 1988 l'incantesimo si ripete: l'interpretazione dell'elegantissima "Le notti di maggio", scritta da Fossati, colpisce al cuore pubblico e critica. Ne nasce un album per molti versi esemplare ("Canzoni per parlare"), di cui Piero Fabrizi cura gli arrangiamenti. Qui, le canzoni di Ruggeri,
Cocciante e Ron, permettono a Fiorella di raccontarsi nelle più sottili sfumature, e di cancellare ogni traccia della "maschiaccia" dei vecchi tempi. Dopo il singolo "I dubbi dell'amore", con un altro brano estratto del disco ("Il tempo non torna più") si afferma a St. Vincent. Comincia l'epoca dei grandi riconoscimenti, primo fra tanti il Premio Tenco, che le viene assegnato nel 1988 come migliore interprete, e nel 1990, per l'album "Di terra di vento". Le canzoni del disco (terzo in hit parade) sono di autori come Fossati, Ruggeri, Schiavone, Cocciante, e Chico Buarque de Hollanda, ma Fiorella ne è un'interprete ideale, in grado di dosare con maestria i chiaroscuri, di modularne il fraseggio, e sottolineare le pause del racconto cantato. La sua tournée 1989-90, che la porta con successo anche in Germania, la impone come una delle migliori interpreti europee. Negli anni 90, poi, il suo "giro" di amici cantautori si dilata ancora, aprendosi alla collaborazione delle nuovissime generazioni cantautorali (da
Daniele Silvestri a Gianmaria Testa e al gruppo degli
Avion Travel). Ne nascono altri cinque album, tutti di successo: "I treni a vapore" (1992), un album antologico intitolato "Le Canzoni" (1993), "Gente Comune" (1994), "Belle Speranze" (1996) e il recentissimo "
Certe piccole voci", primo album live della sua carriera. Nel Febbraio 2001 esce "Fragile", al quale segue una lunga tournee che porta la Mannoia nei teatri, nei palasport e nelle piazza di tutta Italia per un totale di circa 80 concerti. Come in passato per Fabrizio De Andre', Zucchero, Pino Daniele, questo tour le vale il premio come "Miglior Live dell'anno". Da un'idea di Pino Daniele parte nell'estate 2002 una tournèe "storica" insieme a Pino Daniele, Francesco De Gregori, Ron e la stessa Mannoia. Da questa memorabile esperienza sono stati realizzati un Dvd e un doppio CD Live dal titolo "Concerti".