Fausto Leali nasce a Nuvolento, una piccola cittadina in provincia di Brescia, il 29 ottobre del 1944. Non appena termina le scuole elementari comincia subito a lavorare, viste le necessità economiche della famiglia numerosa, ma anche degli anni del dopoguerra. Trova un posto come garzone in una salumeria e nel poco tempo libero coltiva la passione per la musica: non ha ancora 13 anni quando partecipa ai primi concorsi canori di provincia con la chitarra che gli regalano i genitori.
Tullio Romano, componente del famoso gruppo "Los Marcellos Ferial" è il suo primo maestro di chitarra ed a 14 anni Fausto ha il suo primo ingaggio come professionista da parte di una piccola orchestra di provincia, che porta il nome di "Max Corradini". Max gli insegna a leggere la musica, facendolo migliorare con la chitarra e diventando per lui un vero e proprio maestro di vita.
Wolmer Beltrami, il grande fisarmonicista jazz, vuole con sé Fausto Leali nella sua orchestra; Fausto è consapevole che questa è un'ottima opportunità di crescita ed anche una buona occasione da non perdere. L'anno seguente su proposta dell'impresario Gigi Piras, crea un suo gruppo che si chiama "Fausto Leali & i Novelty". Da qui comincia una nuova era.
Dopo aver suonato musica da ballo, jazz, e rock & roll, Fausto si cimenta sulla musica nera essendo favorito dalla sua voce negroide che si presta molto a questo genere, tant'è che gli viene affibbiato il soprannome di "negro bianco", il primo soul man italiano.
Debutta in ambito musicale su disco incidendo un brano degli anni '30, reinterpretando in chiave blues la versione di "Portami tante rose", cui seguono due cover dei
Beatles ("She loves you" e "Please Please me"). Continua ad esibirsi nei night e nelle sale da ballo con il gruppo dei Novelty; il gruppo viene scritturato da Sergio Bernardini, titolare della Bussola, il locale più prestigioso d'Italia in quel periodo.
La carriera di Fausto Leali comincia ad ingranare in modo molto professionale e la Rai (in questi anni l'unica rete televisiva) gli propone la realizzazione di due sigle televisive "Laura Storm" e "Follie d'estate", che presentano Fausto al grande pubblico mediatico e ne rinforzano la fama, preparandogli la strada ad una grande carriera.
Il 1967 è l'anno che vede il primo grande successo di Fausto Leali: per la b-side di "Se qualcuno cercasse di te" traduce con
Mogol "Hurt" (brano di grosso impatto che sta facendo il giro del mondo nella versione di Timi Yuro), che diventa in italiano "A chi", prodotto dalla casa discografica RI-FI. "A chi" vende quasi un milione di copie consacrando il suo interprete al grande pubblico. Ad oggi, con le circa sei milioni di copie vendute nel mondo, resta il più grande successo di Fausto Leali nonché un pezzo di storia della musica italiana.
Nel panorama degli anni '60 i successi si susseguono con regolarità: "Deborah" presentata a Sanremo nel 1968 in coppia con il grande Wilson Pickett (reinterpretata in seguito anche da artisti di fama internazionale come Dionne Warick,
Louis Armstrong e
Stevie Wonder), e la tormentosa preghiera "Angeli negri" che quasi replica il successo di "A chi".
Nel 1969 canta a Sanremo "Un'ora fa" che va molto bene e legittima Fausto tra i primi 10 artisti italiani, riscuotendo molto successo anche all'estero, soprattutto in Spagna e in America Latina.
Nel 1970 è ancora una volta a Sanremo, scrive "Hippie", cercando di uscire dal clichee di canzoni d'amore e non sfrutta la sua caratteristica vocalità soul, commettendo un errore. Ha modo di rifarsi nella primavera dello stesso anno proponendo la canzone "America" con cui partecipa al primo Festivalbar, e con la quale riscuote un buon successo. Nella facciata B di quel singolo c'è la canzone, scritta da Fausto, "Si chiama Maria"; del brano viene fatta una cover da Giorgio Moroder con il titolo di "I'm free now" che ottiene un grande successo in Europa.
I primi anni '70 sono caratterizzati da una produzione che non sempre trova riscontri positivi di critica e di pubblico in quanto il musicista è alla ricerca di nuove strade da perseguire e rinuncia così al facile consenso del grande pubblico, anche se le interpretazioni di "Malafemmena" di
Totò e di "Io camminerò" di un giovane
Umberto Tozzi, ne rilanciano la popolarità e ne mantengono inalterato il successo.
La fine degli anni '80 segna la vera rinascita artistica di Fausto Leali. Nel 1986 interpreta con
Mina il brano "Via di qua", che diventa sigla del programma televisivo "40 anni della nostra storia". Seguono una serie di grandi successi e di grandi canzoni come "Io amo" (scritta e propostagli da
Toto Cutugno) che porta al Festival di Sanremo nel 1987, "Mi manchi" al Festival del 1988, e "Ti lascerò", il brano cantato assieme ad Anna Oxa che vince il Festival di Sanremo del 1989.
Sulla scia dei successi conseguiti negli anni '80 Fausto Leali torna all'attività discografica e pubblica un nuovo lavoro inedito dal titolo "Saremo promossi"; nel 1992 ricalca il palco del Festival di Sanremo con "Perchè", struggente canzone scritta da Aleandro Baldi e Giancarlo Bigazzi, che ottiene grande successo della critica e nelle vendite grazie alla profonda e sapiente interpretazione che l'interprete bresciano sa darle.
A New York nel 1996 realizza, in collaborazione con famosi artisti statunitensi, registra l'album "Non solo blues" un lavoro artistico dal carattere internazionale e decisamente nuovo per il nostro mercato, che contiene le versioni italiane di celebri hits anni '60 e '70. Brani di punta dell'album sono "Tu non lasciare mai" e "Quando ami una donna".
L'eco portato da questo nuovo grande successo porta Fausto Leali a presentarsi al Festival di Sanremo del 1997 con "Non ami che te", brano estratto dal nuovo lavoro "Non ami che te - Non solo blues".
Dopo dieci presenze al Festival di Sanremo e una vittoria alle spalle, trent'anni di carriera ed innumerevoli successi, Fausto Leali torna sul palcoscenico dell'Ariston con la grinta e la simpatia di sempre presentandosi al 52° Festival di Sanremo in coppia con un'insolita cantante: Luisa Corna che, parallelamente a una brillante carriera come modella, attrice e presentatrice televisiva, conferma una passione quasi sconosciuta al pubblico e mai abbandonata per la musica.
"Ora che ho bisogno di te" è il brano che la coppia presenta al Festival di Sanremo. Questo brano è contenuto nell'album "Secondo me…io ti amo", un lavoro che distingue il grande ritorno sulla scena musicale del "negro bianco". L'album viene registrato a Londra, con il supporto di un'orchestra di 28 elementi e con la collaborazione di Phil Gould e Miles Bould e batterista e percussionista dei Level 42 e YUI bassista di
Robbie Williams.
Dopo aver partecipato al reality show di Raidue "Music Farm", dove è giunto alla finale nel 2006 (battuto da
Dolcenera), pubblica come cantautore un nuovo album dal titolo "Profumo e Kerosene", dove sono presenti 10 brani inediti tutti con un diverso sound musicale. Nel 2009 torna a calcare il palco dell'Ariston partecipando al Festival di
Sanremo 2009, dove presenta il brano "Una piccola parte di te".